domenica 1 febbraio 2009

Uncini, appigli lame e Romiti (Uncini e Romiti un possibile confronto).

Premessa: sono rimasto sorprendentemente colpito quando la settimana scorsa, in visita con un amica al MART di Rovereto, ho scoperto un artista che mi ha lasciato positivamente riflessivo. Ringrazio subito Alice per l'entrata free e scrivo due parole di report...

Giuseppe Uncini nasce a Fabriano (An) nel 1929. Scultore.
Sergio Romiti nasce a Bologna nel 1928. Pittore.
La data di nascita li pone nella generazione degli artisti pop (sucessiva a quella informale) ma entrambi gli artisti non rientrano in alcuna catalogazione. Qindi qualcosa in comune lo hanno già...
"...non è mai appartenuto a nessuna vera corrente perchè come i grandi maestri è stato un uomo solo, è stato un primo della classe..." (G. Belli); e questa affermazione si può attribuire ad entrambi gli artisti.
Uno è pittore, l'atro scultore ma la loro ricerca è affine. Si potrebbe dire che Romiti disegna e Uncini costruisce la stessa cosa.
Una ricerca artistica che va nella direzione di un risultato altissimo, fine, intoccabile anche se fortemente presente...la Pittura e la Scultura (con p e s rispettivamente maiuscole), "l'idea che il modo tecnico fosse il concetto e il concetto il modo tecnico". La differenza tra i due è che Romiti usa l'oggetto come pre-testo, essendo il testo la pittura, mentre Uncini cerca un oggetto autosignificante, e non so quando le due cose siano diverse o coincidano...
Volevo escludere subito inolte la presenza del concetto materico come concetto legato all'informale da parte di Uncini. E' vero che queste "cose" che ci restituisce sono pezzi del mondo reale, ma già la data di nascita lo esclude dalla poetica informale. In più la terra vera e propria non la ritroviamo quasi mai, tranne che qualche timida apparizione. Il suo punto centrale è il cemento! Siamo negli anni del boom economico in italia, dove le fabbriche si espandevano a macchia d'olio e il cemento iniziava a ricoprire la natura. Bene.
Nel 1965 Romiti decide di smettere di dipingere. Uncini non smette di creare, ma raggiunge pochi anni dopo il collega, che si concentra sul tema dell'ombra, del buio...insomma nel tunnel ci entra pure lui; iniziano cosi i lavori di costruzione di un oggetto-ombra, e le due componenti sono trattate alla pari dall'artista.
I due quindi si dirigono verso un processo di sottrazione, un lavorare in togliere, sottolineato dalle parole di A. Zevi "i ferri si raddrizzano e dispongono non più a caso ma a formare tralicci, il cemento si riduce e si leviga; gli esiti sono certamente lucidi e rigorosi ma a essi manca il fermento e la vibrazione della materia". (Analogo il processo di Romiti, dall'oggetto come pretesto, che piano piano viene eliminato, al nulla-tutto finale).
"Nel 1993, tornato alla parete, Uncini inaugura una felice stagione creativa che si prolunga fino a oggi. Come nei Cementarmato del '59, negli Spazicemento la materia assurge a protagonista; pur non scabrosa come allora, reca tuttavia le tracce del processo di lavorazione". Negli anni novanta qundi si riprende, ma in maniera diversa. Altro punto in comune con il pittore bolognese. Non vi dirò altre cose riguardo i due e non vi dirò come va a finire la storia, perchè non sto scrivendo una tesi sui due ne tantomento credo interessi a qualcuno, ma mi limiterò a delle osservazioni finali:

1. Le macellerie di Romiti hanno gli stessi uncini di Uncini.
2. Il lavoro di entrambi è caratterizzato da un continuo cambiamento fatto di scarti minimi.
3. Mi è sembrato interessante anche dal punto di vista dello skater, visto che il cemento è il nostro habitat e alcune sculture sarebbero state skateabili da paura...

Chi è interessato ad approfondimenti o altre storie mi contatti!
Alcune opere di Giuseppe Uncini:





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1 commento:

Rascflores ha detto...

altro post paura endriu! continua cosi!
e vieni a vedere robine nuove nel nostro blogge!
luca!