martedì 20 maggio 2008

Marc Augè, Nonluoghi

"Lo spazio del viaggiatore sarà così l'archetipo del nonluogo. Il movimento aggiunge alla coesistenza di mondi e all'esperienza combinata del luogo antropologico e di ciò che non lo è più l'esperienza particolare di una forma di solitudine e, nel senso letterale, di una "presa di posizione" - l'esperienza di colui che, davanti al paesaggio che è obbligato a contemplare, che non può non contemplare, "si mette in posa" e ricava dalla coscienza di questo atteggiamento un piacere raro e a volte melanconico. Non sorprenda dunque che sia proprio fra i "viaggiatori" solitari del secolo passato (ottocento) che ritroviamo l'evocazione profetica di spazi in cui non sono l'identità, la relazione o la storia a costituirne effettivamente il senso, in cui la solitudine si prova come superamento o svuotamento dell'individualità, in cui solo il movimento delle immagini lascia intravvedere per qualche secondo, a colui che le guarda fuggire, l'ipotesi di un passato e la possibilità di un avvenire. Più ancora che a Baudelaire, soddisfatto semplicemente dall'invito al viaggio,...."

2 commenti:

sil ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
sil ha detto...

ciao!
sto per farti una domanda assurda: potresti dirmi l'edizione e la pagina da cui è presa questa citazione?

scusa... e grazie :)